Posto uno dei tanti articoli riguardo al caso di Rignano. Questo è di “Dire Minori”.
Probabilmente bisognerebbe leggere tutta la documentazione che hanno avuto fra le mani giudici e avvocati prima di esternare il proprio disappunto, ma sapete una cosa, sono stanca di leggere sentenze che assolvono persone, presunte ree, perchè “il fatto non sussiste”. L’opinione pubblica rimane basita e sgomenta i più. Io faccio parte di quei più. Forse anche voi. Ma i più sconvolti, offesi, disgustati sono i genitori di quei bambini che ancora oggi sono inquieti, spaventati, insonni. ma si sa, i bambini hanno tanta fantasia e ciò che hanno “creduto” di subire non era altro che una suggestione psicotica collettiva… in fondo, il fatto non sussiste!
Di fronte a “giustizie” di questo genere, mi chiedo se davvero i giudici riescano a dormire con la coscienza tranquilla o se, uno dei bambini fosse stato il proprio figlio, la sentenza avesse avuto altri risvolti. Non so più se bisogna combattere contro i pedofili o contro la cosiddetta GIUSTIZIA! Una sconvolta Pat
RIGNANO, SEI ANNI DI INDAGINI E UDIENZE, POI LA SENTENZA: TUTTI ASSOLTI
Il 12 gennaio 2007 sei persone vengono iscritte nel registro degli indagati. Il 24 aprile Silvana Magalotti, Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Cristina Lunerti, Gianfranco Scancarello, Weramuni Kelun De Silva vengono arrestati con le accuse di reati di associazione per delinquere, maltrattamento di minori, atti osceni, sottrazione di persone incapaci, sequestro di persona, atti sessuali con minorenni, violenza sessuale aggravata, violenza sessuale di gruppo, atti contrari alla pubblica decenza.
Il 10 maggio 2007 il Tribunale del Riesame rimette tutti in liberta’, senza alcun obbligo. Il 22 luglio 2008, con l’audizione di due bambine si conclude l’incidente probatorio disposto nel maggio del 2007. Il 6 gennaio 2009 viene chiusa l’inchiesta. Il 28 luglio, il pm Marco Mansi chiede il rinvio a giudizio delle maestre Silvana Magalotti, Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci, del marito della Del Meglio, Gianfranco Scancarello, e della bidella Cristina Lunerti a conclusione dell’inchiesta. Il 12 febbraio gli indagati sono rinviati a giudizio.
Durante la fase dibattimentale, vengono ascoltati i genitori: una madre riferisce che sua figlia le avrebbe indicato la casa di due degli imputati come luogo nel quale faceva “giochi brutti”. Dopo uno stop dovuto al trasferimento di uno dei giudici del collegio, bloccato prima dal Csm e poi dal Tar del Lazio, il processo riparte. Il 2 aprile scorso la richiesta del pm: dodici anni per ogni imputato. Ieri la sentenza. Tutti assolti.