Bella da morire – capitolo quarto

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Provarono tutto il giorno, nonostante le sfuriate di disappunto di Giulia non ancora convinta della scelta obbligata. Luca aveva rincuorato Anna, Giorgio incoraggiata. Persino Maura aveva cercato di farle accettare la situazione, ma Giulia era decisamente contrariata. Era pur vero che le due sorelle non erano mai andate d’accordo, ma addirittura farsi venire delle crisi isteriche come una donna incinta era davvero esagerato.

“Tu non capisci, questa canzone NON si può suonare con un tono più basso per accontentare questa DEFICIENTE! Maura l’ha scritta sulle MIE corde. Sono IO la cantante, Maura è la MIA spalla. Anna NON ce la fa… Oddio, è un disastro… NON PUO’ FUNZIONARE!”. La voce di Giulia era acuta come un soprano. La sua teatralità era degna di una prima alla Scala.

“Non capisco perché ce l’hai tanto con tua sorella: è carina, disponibile ed è pure brava!” , intervenne Giorgio a difesa di Anna.

“COSA? La difendi pure? Ma cosa ti è preso? Non ti ricordi quando è salita sul palco durante un’audizione e si è messa a latrare come un cane, strappandomi il microfono?”

“Ma è stato tanto tempo fa, era piccolina!”

“Era ed è completamente scema. Intanto non ci hanno preso, di sicuro per colpa sua!”

“ Lei non c’entrava nulla. Perché non ammetti che non eri in forma quella volta? Hai steccato per due volte e non avevi preso l’attacco giusto!”

“Ah, è questo che pensi di me! Ora vieni a dirmi che non so cantare… DIO COME TI ODIO!”. Giulia iniziò a piangere. Anna la spiava, chiedendosi come fosse in grado di far scendere quelle lacrime finte come i fiumi dei presepi.

“Dai, non fare così… Accidenti, non ti si può dire niente! Volevo solo che apprezzassi che tua sorella, pur non essendo una professionista come te, si sia prestata a sostituire Maura per non perdere l’audizione. Ha solo sedici anni…”

“Lo credi davvero? Sono una professionista?”, farfugliò Giulia tra i singhiozzi sempre più lievi.

“Certo che lo penso. Tutti noi lo pensiamo e pure Anna ti ammira per come canti. Vuole solo aiutarci. Se non collabori con lei, non riusciremo a passare. Ti prego, metti da parte l’orgoglio e riprendiamo daccapo. Abbiamo perso già troppo tempo. So che il pezzo verrà perfetto anche con un tono inferiore, non se ne accorgerà nessuno”, persuase Giorgio, abbracciandola e asciugandole con un dito l’ultima lacrima scivolata sul viso.

La tempesta si era calmata. Giorgio era riuscito nuovamente a farla ragionare, ma l’odio di Giulia nei confronti della sorella era stato messo solo momentaneamente da parte. Il mare della tranquillità sarebbe durato poco, prima o poi sarebbe scoppiata nuovamente la bufera.

Grata a Giorgio, Anna s’impegnò il più possibile, pensando che sarebbe stata una buona occasione anche per lei. Avrebbe potuto far conoscere i suoi testi, e magari diventare pure una cantautrice. Sognava, Anna, con gli occhi aperti come stesse seguendo un film avvincente, e forse lo era: la sua vita, il suo futuro, la sua libertà.

“Sogni il tuo ragazzo?”, domandò Luca, poggiandole una mano sulla spalla.

“Cosa?”, rispose Anna, leggermente imbarazzata da quel tocco.

“Avevi un’aria sognante”, continuò, ponendosi di fronte a lei.

Anna poteva sentire il suo profumo, tanto era vicino. Sapeva di limone, un odore particolare che le era entrato nelle narici e aveva fatto tutto il giro della testa. Era questo il suo segreto per incantare le ragazze? Era con quello che aveva conquistato Giulia?

Lo fissò, perdendosi nei suoi occhi. Se fossero stati soli l’avrebbe potuto anche baciare. Dio, ma cosa sto farneticando?, trattenne dentro di sé Anna. Luca è il ragazzo di Maura. Non sono una ruba-ragazzi.

“Non ho nessuno”, si affrettò a rispondergli, allontanandosi di un passo.

“Come? Non dirmi che non hai una fila di ragazzini che ti fanno la corte!”

Sembrava davvero stupito, Luca, e si era nuovamente messo di fronte a lei. Ora era più vicino, con tutto il corpo. Troppo vicino.

Anna provò nello stomaco la stessa strana sensazione di quel pomeriggio, come un ascensore che saliva e scendeva senza fermarsi mai a un piano, tanto da pensare che pure Luca se ne fosse accorto. Fortunatamente Giorgio li chiamò, togliendo Anna dall’imbarazzo. Aveva ultimato la correzione del testo ed era arrivato il momento di lavorare. Anna non aveva mai desiderato tanto cantare con sua sorella come in quel momento. Si era sentita viola in faccia e tanto, tanto stupida.

Si chiese cosa le stesse succedendo. Era solo Luca.

In un lampo giunse la sera. Dalila era stata trattenuta in ufficio, non sarebbe rientrata prima delle 22.30 per un lavoro straordinario. Giulia aveva invitato i suoi amici a mangiare a casa, proponendo loro di continuare a provare anche dopo cena. Luca era disponibile, mentre Giorgio aveva risposto che era dispiaciuto, ma aveva un impegno. Sarebbe tornato l’indomani di buon’ora per ricominciare le prove. Nonostante l’insistenza di Giulia, lui era stato irremovibile e lei aveva cambiato umore.

Anna sapeva che sarebbe scoppiata un’altra tempesta. Era certa che Giulia se la sarebbe presa con lei, invece inveì solo contro Giorgio, mandandolo letteralmente a quel paese, chiudendogli la porta in faccia con un acuto degno della Callas.

Quando sua sorella era arrabbiata, sembrava che si rompessero tutti i vetri della casa. Il motivo era sempre lo stesso: la gelosia. L’ex fidanzata di Giorgio lo aveva chiamato sul cellulare proprio mentre Giulia gli stava chiedendo di che impegno si fosse trattato. La voce di Katia le era sembrata una risposta più che sufficiente. Da quel momento in poi era stato un incalzare di parole già udite mille volte, ma che a Giorgio non parevano fare più effetto. Come suo solito, la lasciò sbraitare, poi come se nulla fosse accaduto prima di ricevere la porta in faccia, con un self control da inglese purosangue, le disse: “Ci vediamo domattina alle otto in punto!”

SBAMMMM!

“Un altro colpo come questo e la porta se ne andrà da sola giù per le scale”, esclamò Anna a Giulia ancora ringhiante per la rabbia.

“Taci, deficiente e pensa ai fatti tuoi!”, poi smorzò il tono, rivolgendosi a Luca: “Scusami, quel ragazzo mi fa impazzire, prima o poi lo lascerò!”

“Lo dici tutte le volte, ma non lo fai mai”, le rispose, dandole un buffetto sulla guancia.

Giulia si ammansì di colpo, come se quel gesto fosse un loro rituale abituale, un codice segreto che solo loro potevano decifrare.

“E’ vero, Giulia. Perché non lo lasci se non lo sopporti?” domandò ancora Anna, interrompendo di proposito quello che immaginava fosse un momento magico.

Ormai aveva capito che fra Luca e sua sorella c’era sicuramente del tenero. Non si sarebbe spiegata quella marcia indietro appena Luca l’aveva sfiorata. Che fosse davvero il suo amante?

Oddio, che figata, si disse Anna, e che gran zoccola è mia sorella! Potrei minacciarla di dire tutto a Maura, se non mi lascia in pace.

Con la coda dell’occhio Anna si accorse del mal rovescio che stava per colpirla, bloccato in tempo dalla mano di Luca.

Che carino, mi ha salvato di nuovo…

“Dai, smettila, Giulia, ora sei tu che ti stai comportando come una ragazzina! Sei troppo nervosa. Lo so che sei preoccupata per quest’audizione, ma ti assicuro che andrà tutto bene e poi cerca di darti una calmata anche con Giorgio! Poveraccio, non puoi massacrarlo per ogni sciocchezza. Ci serve, senza di lui siamo finiti veramente. Vuoi che questa band si sfasci prima ancora di sfondare? La sostituta di Maura c’è, ma non mi chiedere l’impossibile. Rimpiazzare Giorgio in questo momento non è pensabile. Dai, chiamalo sul cellulare e metti le cose a posto. Subito!”, ordinò Luca con un tono fermo.

Giulia lanciò un’occhiata ad Anna che pareva dirle: “Con te farò i conti dopo!”, poi prese il cellulare. Per parlare con Giorgio si era allontanata di qualche passo. Anna la vide trasformarsi: la testa confusa con il maglione e la voce melodiosa come una gattina.

Anche Luca sapeva come prenderla. L’unica cosa che Anna non riusciva a comprendere era la gelosia ossessiva di Giulia. In fondo aveva un fidanzato che trattava come un cencio e che invece di mandarla a quel paese, aspettava pazientemente che si calmasse, in più aveva pure un amante, o qualcosa di molto simile. Le due cose non andavano affatto d’accordo con la gelosia.

In un colpo solo, Giulia aveva tradito sia il suo fidanzato, che la sua migliore amica, eppure impazziva se qualcuno si avvicinava ai suoi affetti: persone o cose, quali fossero non faceva differenza. Un atteggiamento davvero insolito, ma contenta lei, contenti tutti, si convinse Anna. Non era il momento di distrarsi.

Stava accadendo tutto così in fretta. Era bello avere un amico su cui contare. Anna ora ne aveva addirittura due. Era consapevole che l’amicizia di Giorgio e Luca era dettata da un preciso interesse, ma ad Anna non importava: era insieme a loro, e tanto bastava.

In un modo o nell’altro aveva ottenuto quello che voleva. In fondo non era stato così difficile entrare nel mondo degli adulti. Ora le cose sarebbero davvero cambiate per lei.

2 pensieri su “Bella da morire – capitolo quarto

Grazie a tutti coloro che, mossi a pietà, lasceranno un messaggio! Un baciolones a tutti! Pat